A cosa serve l’umiltà?
L’umiltà è connessa a molti comportamenti prosociali. Essa ha a che fare con la cura sia di sé, sia degli altri. La persona umile si conosce bene, è consapevole delle sue doti, dei suoi talenti, così come dei suoi limiti, al tempo stesso è orientata verso gli altri, il benessere collettivo, e ha la capacità di dimenticarsi di sé, quando è necessario.
L’umiltà in una prospettiva psicologica è una vera e propria virtù che è collegata a migliori risultati accademici, professionali.
Le persone umili pare che abbiano relazioni sociali migliori, evitano gli inganni, le menzogne, sono inclini al perdono, alla gratitudine, alla cooperazione, alla generosità di tempo e denaro. Si è visto che molti manager e leader di successo hanno livelli elevati di umiltà, sono percepiti come gentili, generosi, ben adattati, capaci di offrire un valido contributo alla società.
Nella società attuali molti di noi farebbero di tutto pur di essere visibili, famosi, accettati, apprezzati, elogiati. A volte siamo disposti ad enormi sacrifici, a mettere da parte la nostra personalità, le reali esigenze pur di ottenere tutto ciò. Con questo atteggiamento ci garantiamo frustrazione a vita.
Essere umili va di pari passo con l’imparare a conoscere se stesso, accettare, apprezzare se stessi. In questo senso è una virtù molto pratica. Nel libro degli spiriti ritiene che l’ambizione egoistica, il potere, le ricchezze ci portano fuori strada perché alla fine generano solo illusioni destinate a naufragare. Tutto questo non è in grado di dare risposte efficaci al vero senso della vita.